Ipogeo dei Cristallini nel Rione Sanità a Napoli

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È stato aperto al pubblico giusto qualche mese fa, esattamente a luglio, l’Ipogeo dei Cristallini che si trova nei sotterranei di un edificio del Rione Sanità a Napoli.

È una testimonianza di arte ellenistica in Italia ma anche tanto altro!

Ellenismo napoletano

Ellenismo, cos’è? L’Ellenismo convenzionalmente è compreso tra la Morte di Carlo Magno (323 Avanti Cristo) e la Battaglia di Azio (31 Avanti Cristo) è stato caratterizzato dalla diffusione della cultura Greca in tutto il mondo, ovviamente, fino ad allora conosciuto.

Se dico quartiere Sanità che cosa salta subito in mente? Il luogo di nascita di Antonio de Curtis ossia Totò oppure, forse e questo magari vale per i più giovani, la serie tv Gomorra? Oppure, forse, aimè richiama alla mente il luogo più malfamato di Napoli?

Il quartiere Sanità, fino a qualche anno fa, era (è vero) un posto dove se non avevi un buon motivo per andarci non ci andavi perché le strutture sportive, gli spazi verdi, l’ordine pubblico erano davvero al limite della decenza, senza contare che i mezzi pubblici da e per erano al minimo però adesso come adesso il Rione Sanità è tanto altro e in senso positivo.

Il primo ad aver intuito le potenzialità di questa zona è stato l’Architetto Renzo Piano che per il progetto di rigenerazione urbana G124 ha messo questo quartiere tra le periferie da sistemare entro fine di quest’anno.

Ma non è stato l’unico a capire il suo valore perché tra gli altri c’è stato anche l’ex Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che quando a fine marzo 2022 era andato alla Basilica di Santa Maria della Sanità aveva parlato molto bene e assai positivamente del modello inclusivo che avevano iniziato i trenta e più enti no profit ed aveva detto che questo avrebbe potuto ridare speranza e un futuro ai giovani.

Ma in che modo? Stimolando il senso civico, dando delle opportunità di sviluppo sociale e valorizzando anche il passato che caratterizza questo Rione!

E quest’ultimo punto è stato reso possibile, tra gli altri, dalla famiglia Martuscelli che dopo un attento restauro ha potuto aprire al pubblico l’Ipogeo dei Cristallini!

L’ipogeo si trova, per l’appunto, in via Cristallini al numero 133 ed è 11 metri sotto terra. È stato scoperto nel 1889 dal proprietario di allora il barone Giovanni di Donato che voleva far scavare una cantina per cercare acqua e tufo e trovò, invece, quello che oggi è definito “L’Ipogeo dei Cristallini” che è una testimonianza come poche di architettura e pittura ellenistica nel centro del Rione Sanità.

Si tratta di progetto cofinanziato dalla Regione Campania e coordinato dalla Sovraintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma.

Questo progetto vorrebbe offrire a tutti quanti la possibilità di vivere un’esperienza unica sia emotivamente sia culturalmente.

I sepolcri nella roccia

Si tratta di quattro sepolcri che sono stati scavati nella roccia e sono tornati alla luce dopo circa 2300 anni.

Come mai sono ben quattro? Perché tutto il quartiere napoletano che è stato fondato alla fine del XVI secolo in una zona di campagna e appena fuori dalle mura cittadine sorge su di un grande luogo di sepoltura. Prima dei grandi palazzi ed edifici nella zona, detta “area dei Vergini”, dal IV secolo avanti Cristo c’era una necropoli greco-romana e poi trovarono posto le catacombe cristiane e dal 1656 il luogo che ospitò i teschi dei morti di peste e colera che era detto “Cimitero delle Fontanelle”.

Tuttavia in tutta questa zona, e quindi non solo in via dei Cristallini, ci sono tante camere funerarie di epoca greca che sono per lo più intatte che risalgono addirittura a 23 secoli fa.

L’ipogeo dei Cristallini è sicuramente il più noto e conosciuto e quello che ci mostra ossia segni, dipinti e forme di religiosità in genere che sono legate per lo meno inizialmente a Dioniso. 

Ma non solo perché è un sito archeologico che a più riprese continua a svelare dettagli sempre nuovi sulle pratiche funerarie ma anche sul modo in cui erano organizzate le botteghe degli artigiani che hanno lasciato proprio in queste camere funerarie degli importanti esempi del loro lavoro nel periodo per l’appunto dell’ellenismo, ovviamente, meridionale.

Si scende per i gradini che ci conducono ai sepolcri e si possono ammirare i pigmenti blu, giallo, ocra e viola che compongono gli affreschi alle pareti così come ghirlande, bassorilievi e anche ben 700 manufatti (per lo più si tratta di vasi e terracotta) che andavano a comporre il corredo funebre e che ora si trova al Museo Archeologico Nazionale di Napoli nella sezione “Napoli Antica” che lì sono conservati davvero alla perfezione.

A differenza di tutto quello che si trova nella sala dell’Ipogeo poiché i flussi d’aria, l’umidità e le basse temperature potrebbero rovinare gli intonaci e difatti la conservazione qui risulta assai più difficoltosa.

E l’ingresso dei turisti sicuramente un po’ mette a repentaglio questi luoghi di inestimabile valore tuttavia non sarebbe giusto vietare l’ingresso solo per questo motivo.

Ecco perché gli addetti stanno cercando di trovare un mix tra la giusta necessità dei turisti di vedere queste meraviglie e il volerle conservare nel tempo è perciò che dallo scorso anno si stanno facendo delle indagini chimiche, fisiche e biologiche che si rifanno alla storia dell’edificio, ai materiali in cui è fatto, alle tecniche di costruzione per valutare i meccanismi di degrado, comunque, già in atto e come poterli limitare il più possibile in modo che questa bellezza possa durare nel tempo e essere visibile ancora per tanti anni.

Per poter avere maggiori informazioni sull’Ipogeo dei Cristallini è possibile visitare il sito internet https://ipogeodeicristallini.org/

Autrice: Monica Palazzi

Curiosa, viaggiatrice, dog lover e con una grande passione per la scrittura.

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