Napoleone e l’esilio a Sant’Elena

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Napoleone è sicuramente una delle figure più controverse della storia francese ed europea e non ha sicuramente bisogno di presentazioni.

In questo articolo ti spieghiamo perché fu esiliato sull’isola di Sant’Elena, in che stato di salute versava e, molto rapidamente, il motivo per cui ci finì.

Buona lettura!

L’ultima residenza di Napoleone Bonaparte

Il 5 maggio 1821 Napoleone Bonaporte muore a Sant’Elena, un’isola sperduta nell’oceano Atlantico. Egli vi era stato confinato là dagli inglesi nell’ottobre 1815 dopo la sconfitta di Waterloo

Avrebbe dovuto andare nella residenza di Longwood House che gli era stata destinata dagli inglesi e però i lavori di ristrutturazione non erano ancora terminati perciò chiesero a Sir Doventon di ospitarlo per un paio di mesi al massimo.  

Una volta riadattata la sua dimora, Longwood House, risponde più a esigenze di sorveglianza che di comodità. 

Era composta, praticamente, da due rettangoli , il primo in cui si trovava la sua residenza, o per meglio dire, un vecchio granaio del 1743 e riadattato a casa colonica quindi un altro presidiato da soldati e oltre il quale, se avesse voluto andare, sarebbe potuto andare solo accompagnato da un ufficiale. 

Poi era stato aggiunto al corpo principale un altro edificio per il suo inquilino principale e il suo valletto.

La partenza di Napoleone per quest’isola sperduta, per lo meno secondo Joseph Roth nei Cento Giorni, è senza rimpianti, egli arrivò alla barca che lo aspettava per la traversata con passo risoluto e busto eretto, anche se una volta sbarcato si narra che abbia affermato: “Lasciate ogni speranza o voi che entrate” di dantesca memoria.

esilio di napoleone a sant'elena

A differenza dell’Elba (gabbia dorata  da cui era fuggito cento giorni prima per andare incontro alla disfatta di Waterloo) , Sant’Elena  è il simbolo di un ergastolo senza alcun appello.

Si tratta di 120 chilometri quadrati di terra, fuori da ogni rotta commerciale e men che meno turistica. Ai giorni nostri si può raggiungere in aereo però, allora, sicuramente solo per mare. La sua traversata durò due mesi e mezzo. 

Senza contare il clima pessimo: gli Alisei vento gelido e scrosci di pioggia caldi o freddi che si alternano generando nebbie mattutine afose nella bella stagione e umide con il freddo.

Questi sbalzi di temperatura hanno tormentato il nostro e la piccola cerchia di fedelissimi per tutto il tempo che ci sono rimasti.

Il medico personale di Napoleone, il dottor Antonmarchi, che il nostro chiamava il dottoraccio ad aprile sentenzia che ormai l’ora del nostro è vicina. Seppur il medico chiese al maresciallo Bertrand di non dire a Napoleone che la sua ora fosse ormai prossima.

Aveva un tumore allo stomaco all’ultimo stadio e non si poteva fare più nulla. Fu lo stesso Bonaparte ad insinuare di essere stato avvelenato da arsenico però, nemmeno con gli studi moderni, non vi è conferma a riguardo.

Perché fu esiliato a Sant’Elena?

Diventa generale di brigata a 24 anni, primo console a 30 e imperatore a 35. Muore a 51.

Fu accusato di aver mandato a morire al fronte un milione di giovani e fu proprio dal 1791 al 1793 che furono nominati 962 generali  con quaranta battaglie vinte.

Senza scordare che nella sacra cerimonia di investitura al trono imperiale il 2 dicembre 1804, nella cattedrale di Notre Dame fu lui stesso a portarsi la corona sul capo e non il Papa che si limitò a guardare la scena. Con Napoleone anche Dio era relegato in secondo piano.

Una curiosità: cambiò il suo cognome da Buonaparte in Bonaparte pochi giorni dopo la morte del padre e poco prima di sposare la sua prima moglie Giuseppina quindi poco prima di partire per la campagna d’Italia così da renderlo più francese e meno corso.

Ti interessa la storia di Napoleone? Eccoti un articolo in cui parliamo delle sue relazioni amorose.

Autrice: Monica Palazzi

Curiosa, viaggiatrice, dog lover e con una grande passione per la scrittura.