Smart working e Reshoring: 12 domande frequenti

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Recentemente ho letto che secondo degli studi di mercato gli italiani sono meno pagati sia rispetto ai colleghi europei sia a quelli del resto del mondo. Con la crescita dell’internazionalizzazione ci sono,però,più assunzioni dirette di personale all’estero ossia la “delocalizzazione”. 

Fino a poco tempo fa, invece, era più che altro il caso di personale che per un breve periodo era disposto ad andare a lavorare fuori dai confini nazionali per poi però fare rientro in patria. 

Invece oggi si parla di più di permanent trasfer ossia lavoratori che restano “fissi” in un altro paese.

Per il lavoratore questo può essere considerato come fattore di attrazione poiché ci sono diversi benefit quali alloggio, assicurazione sanitaria,viaggi periodici di rientro nel paese d’origine, spese pagate ai figli relativamente all’istruzione e, non dimentichiamo una voce molto importante vale a dire l’assistenza fiscale.

Ormai sono poche le aziende che hanno un unico modello di trattamento per i dipendenti all’estero dato che la maggioranza ha sistemi di contribuzione differenti per tipologia di assegnazione, categoria e posizione.

Ora per fare un analisi quanto più completa possibile valutiamo che si sta ampliando anche il lavoro internazionale da remoto e ciò è comunque dovuto sia a ragioni personali del lavoratore sia per politiche aziendali.

Al giorno d’oggi la sede di lavoro così come veniva intesa fino a qualche anno fa è destinata a scomparire.

Ormai in fase di sottoscrizione di un contratto viene espressamente indicato la possibilità di dover cambiare la sede di lavoro anche per lungo tempo.

La parola d’ordine sembrae essere diventata “flessibilità” e “mobilità”.

Da noi in Italia i distacchi immediati del lavoratore non sono ancora permessi a differenza di altri paesi e perciò prima di mandare un lavoratore all’estero si deve far passare un lasso di tempo non indifferente.

Però questa novità crea problemi anche all’azienda perché quest’ultima dovrebbe aver ben presente prima di imbarcarsi in un investimento all’estero quali sono gli esatti passaggi burocratici prima di fare “il passo più lungo della gamba”.

Smart working, facciamo chiarezza

Cosa è lo smart working o lavoro agile?

E’ un lavoro subordinato però senza vincoli di orario e di spazio. Questa tipologia di lavoro è diventata tristemente famosa grazie alla Pandemia.

Perché si delocalizza?

Perché il costo del lavoro (ad esempio le tasse) sono minori in paesi come il Nord Africa rispetto all’Italia. E’ un modo di ridurre i costi in azienda.

Dove si delocalizza?

Oltre al resto dell’Europa altri zone interessanti sono l’India (quasi il 10%) oppure tra Canada e Stati Uniti (poco più del 5%)

Quali aziende italiane hanno delocalizzato?

Ad esempio lo ha fatto Safilo, Geox, Benetton, Beghelli e la lista potrebbe proseguire ancora però mi fermo qui….

Cosa sono le conseguenze della delocalizzazione?

La più importante è che il bene prodotto costerà di meno e quindi nonostante il costo per portarlo in Italia l’Azienda avrà comunque un guadagno maggiore che  a produrlo sul suolo nazionale. Perché si vuole massimizzare il profitto e rendere minimi i costi.

Qual è il motivo per cui le aziende hanno scelto di andare via dall’Italia?

Il costo del lavoro su cui pesa quasi il 50% di oneri parafiscali.

Quando è nata la delocalizzazione?

E’ iniziata tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta e ciò è stato possibile grazie alla liberalizzazione del commercio e alla crescente concorrenza dei cosiddetti paesi emergenti.

Reshoring, un fenomeno tutto nuovo

Cosa è invece il Reshoring?

E’ la decisione dell’azienda di riportare la produzione nella terra d’origine.

Perché fare il reshoring?

E’ un fenomeno che si è accentuato con la Pandemia ma non ne è direttamente collegato. Il motivo per cui alcune aziende hanno deciso di tornare è presto detto.

Per controllare meglio la qualità della produzione dato che i centri di ricerca e sviluppo sono in Italia e così facendo si abbassano i costi della logistica.

Quali sono i settori maggiormente interessati dal Reshoring?

Abbigliamento,mobili, auto motive, bellezza, biomedico.

Cosa chiedono queste Aziende allo Stato per poter tornare, ma soprattutto restare?

Riduzione del cuneo fiscale, semplificazione burocratica, detassare gli utili che si rinvestono su Ricerca  e Sviluppo e tutela per il prodotto italiano.

E adesso si parla anche di salario minimo, cosa significa?

Significa che è il minimo orario che il datore di lavoro dovrebbe corrispondere al dipendente. E attualmente in Italia non c’è nessuna legge a riguardo a meno che non venga varata, come sembra, a breve. 

Autrice: Monica Palazzi

Curiosa, viaggiatrice, dog lover e con una grande passione per la scrittura.

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