Andamento tasso mutui 2023: previsioni e interessi

previsioni mutui 2023

L’inflazione generale del 2022, causata da diversi fattori geopolitici e sociali, non sembra arrestarsi nemmeno nel 2023, pertanto a risentirne sono anche i mutui, soprattutto quelli a tasso variabile a causa dell’aumento del tasso Euribor, arrivato al 4%. 

Ma facciamo un po’ di chiarezza, per coloro che non masticano molto di finanza: cos’è un tasso Euribor e perché incide sui mutui richiesti dai consumatori alle banche?

Aumento del tasso Euribor e dei mutui a tasso variabile

Come si può far fronte all’aumento dei prezzi e dei tassi di interesse in vista delle previsioni di incremento del 2023? Attualmente i mutui a tasso fisso si aggirano intorno al 3,5-4%, ma le cose potrebbero cambiare e insieme all’inflazione, diventare una condizione determinante per le scelte di vita delle persone, soprattutto per gli under 35, i quali si accingono ad acquistare la loro prima casa di proprietà ed in moltissimi casi essere costretti a dover richiedere un mutuo ad una banca per mancanza di disponibilità immediata. 

È importante, vista la complessità dell’argomento che stiamo per trattare, quando si accende un mutuo, magari per l’acquisto di una prima casa, affidarsi a degli esperti per potersi informare al meglio e farsi consigliare, soprattutto quando non si conosce bene il mondo dei mutui e dei tassi di interesse che ora cercheremo di spiegare in modo semplice. 

Hai trovato la tua casa dei sogni, ma non hai liquidità per un anticipo e vorresti fare “tutto mutuo”

Sappi che questa soluzione è possibile affidandosi a dei consulenti finanziari per informazioni e per una simulazione di quanto questa azione verrebbe a costarti. Puoi, intanto, farti un’idea con portali di informazione sui mutui, come per esempio www.mutuo100percento.com dove trovare consigli e suggerimenti per l’acquisto immobiliare con un calcolo del tasso di interesse per mutui al 100%, scoprendo quali banche possono accogliere la tua richiesta. 

Mutui a tasso fisso o mutui a tasso variabile? 

I mutui si distinguono in “mutui a tasso fisso” e “mutui a tasso variabile”. Questi ultimi dipendono, per tasso di interesse applicato dalla banca al mutuo richiesto, dal tasso Euribor, (Euro InterBank Offered Rate). 

Ma cos’è tasso di interesse? Possiamo definire il tasso di interesse come il costo del capitale che la Banca presta al mutuatario (chi richiede il mutuo). 

L’Euribor è un tasso di interesse stabilito a priori dall’European Money Merkets Institute (EMMI) che si applica a tutte le banche che operano all’interno dell’Eurozona, le quali si scambiano liquidità per far fronte in modo rapido e flessibile a momenti di squilibrio economico

Tali scambi si chiamano “depositi interbancari” e si tratta pertanto di operazioni fra intermediari finanziari. 

L’Euribor viene calcolato con una formula complessa sulla quale non ci addentreremo, ma sostanzialmente può aumentare o diminuire in concomitanza con l’andamento dei mercati europei. Ecco perché l’inflazione dei beni di consumo può determinare un innalzamento del tasso Euribor, salito in questo 2023, al 4%, cioè quasi al pari del tasso di interesse applicato ad un mutuo a tasso fisso. 

Questo è il motivo per cui un mutuo a tasso variabile, non è attualmente più conveniente rispetto uno a tasso fisso. 

Tendenzialmente un mutuo a tasso fisso si rivela più stabile proprio perché l’ammontare di questo è reso noto a priori nella stipula del contratto del mutuo; dunque, chi lo richiede sa quanto dovrà rimborsare all’istituto di credito. Inoltre, questo è costante per tutta la durata delle rate. 

Il vantaggio è che puoi pianificare le tue spese e avere la sicurezza della stabilità del costo, ma non puoi usufruire di eventuali oscillazioni di mercato per risparmiare sul tuo tasso di interesse, cosa che invece ti permette il mutuo con tasso variabile specialmente quando l’estinzione del mutuo è breve (poche rate) e il costo del denaro in calo.

È indicato quando però viene annunciato un aumento di costo del denaro cioè il tasso di interesse annuo stabilito dalla BCE (Banca Centrale Europea) per la concessione di prestito, così come sta accadendo per le previsioni sui tassi di interesse 2023. 

Il 2022 è stato l’anno dell’impennata dei tassi di interesse. Scenari possibili per il nuovo anno.

Il 2022 ha visto l’impennata dei tassi di interesse poiché nel periodo storico post pandemia, la richiesta di consumi è aumentata e con essa il costo dei beni, questo perché secondo le più banali e tradizionali regole di mercato, ad un momento di stallo (periodo pandemico) segue sempre un rilancio dell’economia. Questa maggiore richiesta di consumo però ha comportato un aumento dei tassi di interesse da parte della BCE sui prestiti di liquidità alle banche e di conseguenza un aumento dei tassi di interesse che queste applicano ai consumatori.

Nel 2023 abbiamo 2 diverse ipotesi possibili che però comportano entrambe un ulteriore aumento dei tassi di interesse. 

Nel primo caso, la BCE per arginare la richiesta di consumo raffreddando la domanda, potrà optare per un aumento lieve al 4% fisso che non permetterà di arginare l’inflazione, ma potrebbe rallentarla garantendo comunque un aumento non esagerato dei tassi di interesse. 

Nella seconda ipotesi, si pensa invece ad un aumento drastico dei tassi di interesse che potrebbero schizzare all’8% con una politica della BCE più restrittiva volta a combattere l’inflazione a lungo termine, tramite la riduzione dei finanziamenti. Questa strada avrebbe senso se fosse accompagnata anche da un aumento salariale che si sta già concretizzando con i nuovi dettami Inps per quanto riguarda il nostro Paese. (Si parla di sgravio fiscale e aumenti in busta paga già per gennaio 2023).

Purtroppo, questo scenario non è prevedibile appieno in quanto l’inflazione è determinata, soprattutto per il rincaro energetico, da delicati equilibri geopolitici che stanno venendo a mancare e non sappiamo per quanto tempo questo squilibrio potrebbe andare avanti.

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